Ancor più tempo fa, in una galassia lontana lontana…
È Rinascimento! L’Ordine Jedi guida la Repubblica Galattica con saggezza e con sgargianti vestiti dorati, mentre il maestro Yoda, colto da una crisi di mezza età, sembra in procinto di fondare una rockband. I fumettisti Scott e Anindito si inoltrano là dove la Disney non si è mai spinta, alla scoperta di nuovi e remoti archi temporali della storia della Galassia. A condurre la spedizione è una giovane padawan, su cui ricadono le aspettative di milioni di fan della saga…

Star Wars non è solo una saga, è un intero universo. Per qualcuno – più problematico – una religione. In generale, Star Wars è uno di quei franchise che, tra i requisiti necessari per esserne fan, prevede la fede. Facendo un bilancio della gestione Disney, al di là dei pareri personali, a riscuotere maggiore successo e a imporsi con più forza nell’immaginario collettivo sono stati non tanto gli episodi della saga degli Skywalker – che pure hanno dei momenti più o meno iconici, in particolare se prendiamo in esame Gli Ultimi Jedi – quanto piuttosto tutti i progetti collaterali: Rogue One e Mandalorian (no, purtroppo Solo no) nell’ambito del live action, come anche il finale di Clone Wars e – in misura minore – Rebels. E i prodotti audiovisivi sono solo la punta – più popolare e mainstream – dell’iceberg: dopo la controversa esplosione dell’Universo Espanso innescata dalla casa di Topolino, sono nati innumerevoli libri, fumetti, videogiochi (ok, non sono poi così tanti) e ulteriori serie animate meno riuscite con una sorta di reboot della galassia lontana lontana. Era un’operazione probabilmente necessaria per i sequel cinematografici, con un Universo Espanso a un passo dalla saturazione e ricco di vicende improbabili che avrebbero potuto riempire un’enciclopedia di quaranta volumi.

Piano piano si sta procedendo con un recupero degli elementi più popolari dello Star Wars pre-disneyano, e si parla spesso della Vecchia Repubblica (si parla di migliaia di anni prima della nascita di Anakin); allo stesso tempo si stanno riempiendo i pochi vuoti che ci sono sempre stati, come se l’Universo Espanso non si fosse mai fermato. Cos’è successo nei secoli immediatamente precedenti alla saga degli Skywalker? Yoda era affascinante anche da giovane o come Sean Connery ha acquisito quell’inconfondibile charme con l’età avanzata? Come si è evoluto l’Ordine Jedi?
Proprio qui entra in gioco L’Alta Repubblica, il primo vero prodotto Disney che va ad esplorare la nostra Galassia preferita più lontano di quanto il pubblico cinematografico non sia abituato a fare.

La Old Republic dei videogiochi Lucasarts, seppur ambientata millenni prima, differiva dal periodo raccontato dai film praticamente solo nel design degli astrodroidi e nelle situazioni politiche di alcuni pianeti, ma si aveva la sensazione di una immensa stagnazione tecnologica, politica e culturale, un po’ come nelle opere di Tolkien. Questo approccio ha riscosso non poco successo, sottolineando l’aspetto fantasy della saga. L’Alta Repubblica segue una via molto diversa: ambientata circa duecento anni prima della nascita dell’Impero Galattico, ci mostra una sorta di Rinascimento della Repubblica Galattica, dal punto di vista culturale ma anche banalmente nel modo di vestirsi. I Jedi vestono come se vivessero letteralmente in una torre d’avorio, apparendo come se fossero creature realmente elevate, quasi angeliche, nel loro periodo più prospero. Figure quasi mitologiche. La stagnazione tecnologica permane, certo (gli astrodroidi sono uguali a R2-D2) ma chiaramente il punto non è quello.Un periodo storico davvero nuovo, con regole diverse e che scopriamo in compagnia di una padawan giunta al termine dell’addestramento. L’elemento fantasy rimane, virando più verso l’immaginario da gioco di ruolo (interiorizzato dal pubblico ancor più dell’opera di Tolkien): quest, pura avventura, strane ed esotiche creature volanti, crescita. Una crescita personale, rispecchiata nell’aspetto e nelle abilità. Un po’ come in Mandalorian, in fin dei conti.

Canavan Scott mette in piedi una storia introduttiva semplice, immersiva e avventurosa. Non una trama sconvolgente, ma divertente e funzionale a farci conoscere quel mondo e quei personaggi. Dal punto di vista artistico il lavoro di Ario Anindito, nei disegni e nell’impostazione delle tavole, è piuttosto classico, enfatizzando l’azione e andando verso la massima chiarezza nella lettura – il che, in un albo introduttivo, in cui bisogna mostrare anche i nuovi design di armi, vestiti e personaggi, è a dir poco indispensabile. La tipica colorazione Marvel, composta al 70% da pigmenti potentissimi e al 30% da pugni nell’occhio, è perfetta per i nuovi e strambi mondi di Star Wars, così come solitamente già riesce a dare il meglio nelle storie cosmiche della Casa delle Idee.
L’Alta Repubblica è iniziata, portando con sé molta curiosità per un periodo storico mai raccontato prima d’ora. Una vera prova per il nuovo corso di Star Wars che finalmente riparte per andare davvero lontano, lontano. Che vada bene o male, noi siamo già qui in prima fila, assistendo alla creazione di quelle che potrebbero essere solide fondamenta di un grande edificio. Probabilmente, quando saremo vecchi, continueremo a stare davanti a quel cantiere. E saremo felici, più che mai.
Recensione di Andrea Fasano
Esaurito tre settimane prima dell’uscita vera e propria. Oltre 250.000 copie vendute. Il primo numero di L’Alta Repubblica è un evento editoriale senza precedenti, e in Italia arriva con una nuova, imperdibile serie! Prima della saga degli Skywalker, ci fu un’età dell’oro dei Jedi, un periodo storico mai esplorato prima. Unitevi alla padawan Keeve Trennis per nuove, incredibili avventure alla frontiera della Repubblica.Star Wars: L’Alta Repubblica è già disponibile in fumetteria!